
Il 31 dicembre 2020 è stato l’ultimo giorno di un anno terrificante. Ma è stato anche l’ultimo giorno di una lunga storia che ha raccontato oltre 60 anni di umanità che ha, a vario modo, animato uno dei ritrovi di Caposele. Prima Mister Bar o anche il Bar di Matteo (ma anche di Puppinella e di Donato…) poi il bar di Giulio. Per gli ultimi 30 anni circa, se non di più, è stato il Bar di Giulio Fuschetto.
Luogo di maggiori frequentazioni, data la sua centralità. Prossimo al Municipio e contiguo alla sede del circolo de La Pro Loco, di fronte all’Ufficio Postale e alla Farmacia, era un rito dovuto fermarvisi anche per gustare solo il caffè di giornata. Ma poi è stato il bar delle partite a carta, ad ogni ora del giorno, dal mattino fino a sera. E’ stato il bar dove i nonni offrivano il gelato ai nipoti durante le loro interminabili passeggiate abbaddi e ammondu; dove si beveva il peroncino per combattere l’arsura estiva e dove per asciugarsi la sudata era un piacere affacciarsi sul balcone che dava su via San Gerardo.

E’ stato il bar della nostra gioventù, dove si trascorrevano le giornate a giocare a flipper e a biliardino, dove se non consumavi venivi redarguito da Matteo con la frase: stai sulu cunzumann lu pavimento e nun spienni nienti.
Sono passati gli anni e Giulio ha raggiunto i requisiti per la pensione. Problemi di urbanistica e di adeguamento statico dei locali ne impedisce la prosecuzione in altre mani. Quindi col nuovo anno quelle saracinesche resteranno abbassate. Definitivamente.
Mi viene alla mente quella scena finale di Nuovo Cinema Paradiso, con Enzo Caccavale, quando chiude definitivamente il Cinema che aveva segnato la vita di un intero paese. Decretando in tal modo la fine di epoca, la conclusione di una lunga storia, “da far restringere il cuore”. In fondo, come sempre accade quando viene meno un luogo della nostra memoria. E il Bar di Giulio, prima ancora di Matteo, per molti di noi lo è stato per davvero.