
“La derivazione del nome del nome Sele dal greco divien quasi certezza, perciocchè il fiume sorge appiè del monte Paflagone, e la Paflagonia, onde questo monte trasse il nome, era greca regione”
(“Il fiume sele e i suoi dintorni”, prose e versi di Nicola Santorelli)
Le notizie sulle origini di Caposele sono numerose e incerte, le ipotesi più attendibili cercheremo di analizzarle in questo articolo per capire da quale popolazione discendiamo e come mai hanno scelto di dare vita alla popolazione caposelese.
Prima ipotesi
I Greci nel 273 a.C., una volta sbarcati a Sibari, in cerca di nuove terre da colonizzare, arrivarono a Poseidonia (l’attuale Paestum) e da lì iniziarono la risalita lungo le sponde del fiume Sele fino ad arrivare alla sorgente posta su un monte. Diedero il nome Paflagone al monte per le affinità riscontrate con la regione greca della Paflagonia

Seconda Ipotesi

Nel 271 a.C., data della III Guerra Sannitica, Pirro vinse la battaglia contro i Romani sulla riva destra del fiume Ofanto, più precisamente ad Oppido, e probabilmente, vista la vicinanza tra Caposele e la località Oppido, si narra che, nello scendere a valle, più precisamente nel nostro, paese possa essere avvenuta una sanguinosa battaglia tra romani e sanniti
Terza ipotesi
Una cosa è certa: la presenza dei Romani nelle nostre zone. Nel 1834, in località Preta, è stata rinvenuta una stele votiva al Dio Silvano segno della presenza di un accampamento romano presieduto da Domitius Phaon, confermata dalle mura ciclopiche erette per controllare la Sella di Conza e la Valle dell’Ofanto.

Inoltre il monte che tocca i comuni di Caposele e Lioni, il Calvello, prende il nome proprio dalle parole tradotte dal latino in italiano carne e vello, chiaro simbolo del pascolo che avveniva sul monte.
Quarta ipotesi

La quarta ipotesi, quella che più incuriosisce e quella meno verosimile, vede lo scontro finale di Spartaco, durante il quale egli perse la vita. La battaglia ebbe luogo sulle rive del fiume Sele nel nostro paese precisamente sulla riva destra del corso d’acqua (“ad caput Sylaris fluminis”, Sallustio: Historiae, III, 90).
A sostegno di questa tesi sono state ritrovate numerose prove: una di queste è il ritrovamento di alcune tracce di uomini che si rifugiarono sulle nostre montagne per sfuggire alla cattura da parte dei Romani, altra prova sono i reperti rinvenuti ad Oppido (località tra Caposele e Lioni), e quelli trovati presso le “Chianche”, a Materdomini
Fonti Consultate:
“Il fiume Sele e i suoi dintorni” di Nicola Santorelli
“Terra di Caposele” di Gerardo Monteverde