
Nell’intervista rilasciata a “La Sorgente Caposele” il presidente uscente del Forum Regionale dei Giovani della Campania traccia un bilancio al termine del mandato e anticipa i progetti a breve termine
Giuseppe l’esperienza alla guida del Forum regionale dei giovani volge al termine. Che esperienza è stata per te e cosa ti ha lasciato dal punto di vista umano e professionale?
“È stata un’esperienza ricca di soddisfazioni. Rappresentare le istanze giovanili in una sede istituzionale così importante ha contribuito anche alla mia formazione, sia umana che politica”.
Che tipo di responsabilità si percepisce nel guidare un organo regionale?
“Ho iniziato a guidare il Forum Regionale dei Giovani che avevo da poco compiuto 22 anni, ragion per la quale ho cercato fin da subito di apprendere presto ed assumere un comportamento serio e credibile. Raggiungere il giusto equilibrio in importanti centri decisionali non è semplice; ho sposato la causa con la forza delle idee, la verità delle cose e con le qualità personali mie e delle persone che con me hanno condiviso questo percorso. Col tempo tutto è diventato più semplice”.
In questi 4 anni di presidenza che tipo di realtà hai conosciuto?
“Ho avuto il piacere di visitare più di 300 comuni della nostra Regione. In ogni comunità ho ritrovato grande senso di appartenenza e comunanza di problematiche. Abbiamo davvero tante risorse territoriali e valori umani su cui investire per un reale protagonismo del nostro territorio”.
Quale eredità lascerai al tuo successore?
“Un organismo riconosciuto ed apprezzato, capace di incidere su tutte le questioni che riguardano le giovani generazioni. Ora bisogna lavorare, ancor di più, per alzare l’asticella con proposte di qualità capaci di incidere sulla programmazione ed anche di definire nuove priorità. Nei prossimi giorni avrò diversi incontri con le alte rappresentanze della nostra regione per fare il punto su quanto fatto, poi valuteremo”.
Quali sono gli ulteriori passi da compiere?
“Bisogna far camminare il sistema dei forum dei giovani comunali sui propri passi, garantendone risorse strutturali costanti. Poi bisogna attenzionare molto la rappresentanza trasversale per diventare rappresentativi a tutti gli effetti. Bisogna starci nelle storie, con tutte le difficoltà della nostra generazione, per essere protagonisti del cambiamento”.
Tu hai parlato spesso di partecipazione, e della necessità di rendesi protagonisti dei processi. Quanto sono lontani i giovani dalla politica e perchè?
“Penso che rispetto ad una fase precedente oggi siamo in controtendenza nel rapporto giovani e politica. Bisogna superare l’idea che nulla possa cambiare; bisogna avere la forza – ed anche l’ambizione – di inseguire un sogno, un ideale e far di tutto per far si che si concretizzi”.
Anche il Forum dei Giovani della Campania ha elaborato un documento di proposte per il Recovery Fund, nome improprio del Next Eu Generation. I giovani sono sufficientemente coinvolti nella stesura di questo piano?
“Da sempre abbiamo aperto tavoli di lavoro reali e virtuali per far si che i giovani partecipassero alle decisioni con incidenza. Chiediamo che tutte le risorse che verranno utilizzare, visto che indebiteranno maggiormente le giovani generazioni, siano programmate per essere utili nei confronti delle stesse. Questo potrebbe rappresentare un cambio di marcia nella visione d’insieme e nella programmazione”.

Come ti è apparso Caposele visto dai finestroni del palazzo di vetro del Centro Direzionale?
“Una bellissima comunità, libera da ogni sorta di ingerenza esterna. Abbiamo la fortuna di trovarci in una posizione geografica strategica, rispetto al contesto d’intorno, dobbiamo investire maggiormente sulle risorse paesaggistiche e turistiche che abbiamo. Bisogna avere l’ambizione di una forte programmazione che investa sulla caratterizzazione della Comunità nel medio-lungo periodo”.
Le aree interne hanno avuto un ruolo determinante nella scorsa legislatura regionale campana. Cosa ti aspetti per il futuro?
“Mi aspetto più azioni e meno proclami. Abbiamo perso la scommessa del progetto pilota perché incartati da una gestione politicante. Bisogna creare le condizioni per uno sviluppo serio, capace di differenziarci sulla base di elementi distintivi ed innovativi. Sempre per la tematica delle aree interne abbiamo cercato di creare un connubio interistituzionale tra istituzioni regionali, università e giovani professionisti al fine di dare un contributo ed una nuova visione progettuale a tali aree geografiche. Ricordo anche, su nostra iniziativa, la sottoscrizione della “Carta delle Università per le Aree Interne”, proprio per avviare un nuovo percorso di programmazione delle risorse con una visione di insieme, multidisciplinare e multitasking”.
Cosa vuoi fare da grande?
“Voglio realizzare i sogni che avevo da bambino cioè quelli di rendere grande la mia Caposele e contribuire allo sviluppo del nostro territorio. Sarò a disposizione delle istituzioni e della buona politica per dare un contributo alla ripresa dei nostri territori. Nei prossimi mesi lancerò un laboratorio politico con l’ambizione di creare un luogo in cui si coltivi il pensiero e si collabori alla costruzione della programmazione futura”.